Introduzione
La musica può essere usata per “curare” diversi problemi psicologici. Tante ricerche scientifiche pubblicate negli ultimi anni hanno dimostrato che è possibile. In questa pagina vi racconterò brevemente la storia della musicoterapia, quali tipi di musicoterapia esistono e gli obiettivi.
Storia della musicoterapia
Il concetto di Musicoterapia come disciplina scientifica si sviluppa già all’inizio del secolo XVIII: il primo trattato di Musicoterapia risale alla prima metà del 1700 a cura di un medico musicista londinese, Richard Brockiesby.
Passando velocemente a tempi più recenti, nel 1996 la Federazione Mondiale di Musicoterapia (World Federation of Music Theraphy) ne ha dato la seguente definizione:
“La musicoterapia è l’uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un utente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive.
La Musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell’individuo in modo tale che questi possa meglio realizzare l’integrazione intra- e interpersonale e consequenzialmente possa migliorare la qualità della vita grazie a un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico”.
Questa metodologia può essere applicata ad una varietà di condizioni patologiche e parafisiologiche: autismo, handicap, disagio psichico, problematiche geriatriche.
Metodologia
La Musicoterapia è una modalità di approccio e intervento alla persona che utilizza la musica ed il suono come strumenti di comunicazione non verbale. L’intervento può avvenire su tre livelli: animativo, riabilitativo/educativo e terapeutico. In realtà è molto difficile nella pratica distinguere tra questi tre livelli che appaiono interdipendenti. Il metodo della musicoterapia viene applicato in una varietà di condizioni patologiche e parafisiologiche (autismo, handicap, disagio psichico, problematiche geriatriche).
La musica è un linguaggio più immediato e primitivo rispetto alla parola e spesso, come strumento di lavoro sulla persona, riesce a raggiungere più in profondità i conflitti e le difficoltà dell’individuo aggirando le barriere (difese) che spesso sono poste dalla razionalità, facendo emergere queste difficoltà in una maniera molto più spontanea. Ci sono due tipi di musicoterapia:
1) Attiva: coinvolge in maniera più diretta il corpo e prevede l’utilizzo di strumenti musicali, senza peraltro richiedere particolari competenze tecnico-musicali;
2) Recettiva: si basa sull’ascolto della musica sulla rielaborazione di ciò che è stato ascoltato, attraverso le associazioni e l’espressione di emozioni ed immagini legate a ciò che è stato ascoltato. Questa tecnica lavora su : memoria, attenzione, percezione attraverso il patrimonio sonoro musicale che ciascuno di noi possiede.
Obbiettivi
In questo specifico caso ipotizziamo un laboratorio di Musicoterapia che miri nello specifico al raggiungimento dei seguenti obbiettivi:
incoraggiare l’espressione e la valorizzazione del sé
stimolare il contatto con le proprie emozioni
incrementare l’autostima
migliorare il tono dell’umore
favorire il rilassamento
condividere le esperienze in gruppo, sviluppando un contenitore espressivo per la rielaborazione delle emozioni e dei vissuti personali.
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