Attacchi di panico notturni: sintomi e rimedi

Gli attacchi di panico durano in genere solo pochi minuti ma causano un forte disagio. Spesso vengono vissuti come inaspettati, improvvisi e intensi. Ecco perché appaiono incomprensibili da chi ne soffre. In particolare gli attacchi di panico notturni creano una forte angoscia perché avvengono durante il sonno, provocando un risveglio improvviso.

attacchi di panico notturni: sintomi e rimedi

Attacchi di panico: definizione

Il termine “panico” deriva dal nome di una divinità greca, il dio Pan. Secondo la mitologia questo dio era il protettore dei pastori, dei boschi e dei corsi d’acqua. Nell’antica Grecia si credeva che se il dio Pan veniva svegliato durante il sonno emetteva un urlo così forte e terrificante che i passanti ne rimanevano spaventati a morte.

Attacchi di panico notturni

Tornando ai nostri tempi, per attacco di panico si intende una reazione d’ansia imprevedibile che emerge anche senza che ci sia stato uno stimolo specifico scatenante o un evento stressante. Chi ha sperimentato un attacco di panico nella vita lo descrive con sintomi simili ad una crisi cardiaca. Anche per questo molti pazienti dopo una crisi di panico si recano al Pronto Soccorso.

Attacchi di panico: sintomi tipici

Ogni attacco dura in media dai 5 ai 20 minuti, ed è caratterizzato da alcuni sintomi specifici: respiro corto, pressione al petto, paura di morire, fame d’aria, sudorazione eccessiva, vertigini, nausea, sensazione di perdere il controllo, depersonalizzazione e derealizzazione.

Nonostante l’intensità dei sintomi, nessuno di essi ha ripercussioni serie sull’organismo se non una forte paura e senso di impotenza che spesso fa emergere la paura anticipatoria di poter avere un’ altro attacco. Tutto ciò può portare l’individuo ad evitare luoghi, persone o situazioni che teme possano attivargli una crisi di panico, riducendo sempre di più la sua vita e arrivando in alcuni a casi a chiudersi in casa.

La diagnosi di disturbo di panico viene data solo quando gli attacchi sono frequenti e iniziano ad essere invalidanti.

In media il primo attacco compare tra i 20 e i 24 anni ed è un disturbo più frequente nelle donne, circa il doppio rispetto agli uomini.

Attacchi di panico notturni: sintomi

Le crisi di panico notturne sono particolarmente spaventose e angoscianti in chi ne soffre. Infatti emergono durante il sonno e creano un improvviso risveglio. I sintomi principali degli attacchi di panico notturni sono i seguenti:

  • forte ansia
  • risveglio improvviso
  • tachicardia: si avverte un’ accelerazione dei battici cardiaci
  • tremori
  • brividi o vampate di calore
  • dolore al petto: una sensazione di dolore o pressione al petto che viene scambiato per un infarto
  • sensazione di smarrimento e confusione
  • depersonalizzazione: sensazione di essere distaccati dal proprio corpo e della proprie sensazioni e pensieri
  • derealizzazione: si ha la sensazione di percepire il mondo esterno come da una bolla, di essere distaccati da esso.
  • paura di morire

Come si può facilmente capire da questo elenco, gli attacchi di panico durante il sonno sono molto angoscianti e la sensazione di impotenza e molto intensa. Spesso chi ha sperimentato una crisi di panico notturna inizia ad aver paura di andare a dormire, perché non vuole assolutamente sperimentale nuovamente una attacco simile.

Il sonno è uno stato di totale abbandono e rilassamento dove tutte le difese razionali e la capacità di controllo sono necessariamente inattive. Ma è proprio da questa totale mancanza di controllo che chi soffre di crisi di panico notturne vuole fuggire.

A differenza di quello che si può pensare, il panico notturno non è la conseguenza di incubi o sogni angoscianti. Infatti emerge nelle fasi precoci del sonno e non durante le fasi R.E.M. durante le quali sogniamo.

Crisi di panico notturne: cause

Gli attacchi di panico durano in media solo pochi minuti, ma lasciano un forte spavento in chi li sperimenta. Oltre ai sintomi più diffusi come ansia, sudorazione, vertigini, tachicardia ecc, una delle componenti principali che li distingue da un episodio di ansia intensa è la paura di morire. Al panico si associa spesso l’agorafobia, che consiste nella paura di rimanere intrappolati in un luogo o in una situazione della quale è impossibile o imbarazzante uscire.

Le crisi di panico notturne apparentemente sono prive di spiegazione e previsione da chi ne soffre. Anche per questo molte persone ricorrono da subito a rimedi naturali o formaci di varia natura. Sicuramente l’intervento farmacologico (supervisionato da uno psichiatra) può essere di grande aiuto in alcune situazioni. Tuttavia la maggior parte di coloro che soffrono di panico, compreso il panico notturno, possono trovare le cause profonde del malessere nella loro psicologia e in particolare nei i primi anni di vita e nelle relazioni con la famiglia d’origine.

Attacchi di panico notturni: cause psicologiche

Spesso gli attacchi di panico notturni e diurni emergono in seguito o in concomitanza a periodi particolari, come promozioni lavorative, separazioni, divorzi, lutti, cambi di abitudini ecc. Quindi già questi elementi fanno capire come sia fondamentale la componete psicologica nell’eziologia del panico.

Durante la psicoterapia emergono spesso esperienze infantili dove il senso di sicurezza è stato messo in pericolo. In altre situazioni il naturale bisogno di protezione e dipendenza dai genitori ha subito delle distorsioni, a causa di problematiche psicologiche dei genitori o di eventi di vita che sono sopraggiunti (come lutti, episodi di violenza assistita o ricevuta, abbandoni, ecc..). Genitori troppo ansiosi, rigidi, emotivamente distanti, giudicanti, incapaci di empatia sono spesso coloro che hanno cresciuto bambini che da adulti soffriranno di panico.

A queste esperienze si aggiunge anche una personale predisposizione biologica. Il mix delle due è alla base dei futuri attacchi di panico.

Coloro che soffrono di attacchi di panico hanno spesso bisogno di sentire il controllo sulla propria vita e sulle emozioni che provano; hanno difficoltà a lasciarsi andare, ad accettare di essere pienamente se stessi.

Il sonno è un momento in cui perdiamo necessariamente questo controllo, dobbiamo “mollare” per addormentarci! Ma per chi ha bisogno di controllo non è un’operazione così semplice.

Chi si è trovato a vivere situazioni familiari ed educative come quelle che ho descritto prima è comprensibile che provi rabbia o tristezza; tuttavia in chi soffre di panico queste emozioni spesso non sono riconosciute, ma vengono negate o scambiate per altro. Invece durante la psicoterapia emerge spesso che alla base del panico ci sono proprio queste emozioni che si fa fatica a riconoscere, accettare e regolare.

Attacchi di panico notturni: rimedi

Psicoterapia

La psicoterapia (di orientamento psicodinamico e cognitivo comportamentale) è la strada più efficace per risolvere gli attacchi di panico notturni e diurni. Nella prima fase del trattamento viene raccolta la storia di vita del paziente, facendo riferimento in particolare ai primi 10 anni di vita, all’ambiente familiare in cui si è cresciuti, al tipo di rapporto che i genitori hanno creato con il paziente. Si analizza inoltre il contesto sociale di provenienza e se sono presenti traumi di varia natura e intensità.

Nella relazione terapeutica si potranno osservare le problematiche relazionali che il paziente ha sviluppato e finalmente le si capiranno e affronteranno, fornendo se necessario indicazioni comportamentali e nuovi atteggiamenti utili a risolvere il panico.

Nella psicoterapia del panico è fondamentale il lavoro che viene fatto sulle emozioni. Infatti, come ho spiegato prima, spesso alla base del panico ci sono emozioni come la rabbia che vengono inconsciamente allontanate dalla coscienza perché vissute come dannose o pericolose. Ad esempio alcuni pazienti da bambini hanno imparato a vivere la propria rabbia come un pericolo, perché se la esprimevano temevano di rovinare il rapporto con i genitori o di essere rifiutati o abbandonati.

In questi casi può capitare che la rabbia venga espressa attraverso il corpo con vari tipi di somatizzazioni; cioè l’attenzione viene focalizzata sul corpo e non su cause e significati psicologici.

Farmaci

In alcuni situazioni è bene associare alla psicoterapia l’utilizzo di farmaci. In questo caso è fondamentale rivolgersi ad uno psichiatra. Alcuni hanno paura dei farmaci perché temono che possano dare dipendenza; ma non è così. Posso dire con certezza che da quando faccio lo psicoterapeuta non ho mai visto una persona che prende dei farmaci per curare il panico notturno sviluppare una dipendenza. Quando succede è perché la persona aveva già delle dipendenze (alcol, droghe di vario tipo ecc..).

Per altri l’uso di farmaci per il panico equivale ad una sconfitta personale. Eppure è facile scoprire che le stesse persone prendono un antidolorifico se hanno dolori di varia natura o una aspirina se hanno mal di testa!! Ma allora perché la stessa cosa non vale per il panico?

Ovviamente i farmaci non possono risolvere le cause psicologiche del panico ma non c’è da temere se almeno all’inizio per ridurne i sintomi si chiede aiuto alla chimica; poi poco alla volta si potranno abbandonare, man mano che la psicoterapia procede e si sta meglio.

Conclusioni

Gli attacchi di panico notturni posso rappresentare un’esperienza molto angosciante in chi li sperimenta. In questo caso il panico emerge in un momento della nostra vita dove abbandoniamo il controllo e siamo impotenti. Le cause sono legate alla vita infantile e alla predisposizione biologica. Ma è possibile risolvere il panico notturno in modo definitivo con la psicoterapia e se necessario con un breve periodo di assunzione farmacologica.

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Sintomi degli attacchi di panico: quali sono e come riconoscerli

Introduzione

Ti è mai successo di avere un attacco di panico? Probabilmente si: infatti prima o poi capita a tutti di avere un momento in cui l’ansia diventa così intensa da sentirci sconvolti, bloccati, fortemente impauriti, confusi rispetto a quello che ci sta succedendo. Ma non c’è da preoccuparsi; l’ansia e il panico sono meccanismi che la natura ci ha dato per proteggerci dai pericoli reali e spingerci ad interrogarci su noi stessi. In questo articolo descrivo i sintomi fisici degli attacchi di panico, gli eventi scatenanti e le cause psicologiche.

attacchi di panico: quali sono i sintomi?
Attacchi di panico

Attacchi di panico: definizione

Gli attacchi di panico sono caratterizzati da un’ansia molto forte e improvvisa. Alcune volte sono riconducibili ad una specifica situazione (come ad esempio nelle fobie: paura di volare, di prendere l’ascensore ecc..) ma altre volte chi ne soffre non riesce a capire cosa può averli scatenati. Proprio questa imprevedibilità li rende ancora più spaventosi e spinge molte persone a rinchiudersi in casa per cercare di evitare di provare le spiacevoli sensazioni che il panico porta con sé.

Attacchi di panico: sintomi fisici

Vi elenco qui di seguito i sintomi caratteristici:

  • accelerazione del battito cardiaco (tachicardia)
  • sensazione che il cuore abbia saltato un battito; può essere avvertita all’altezza del petto, del collo o della gola (palpitazioni)
  • improvvisa sudorazione
  • tremori improvvisi: si inizia a tremare in varie parti del corpo, come le gambe o i polsi.
  • respirazione faticosa: si fa fatica a respirare, si ha la sensazione che manchi il fiato o di soffocare, per questo motivo viene istintivo cercare di fare respiri profondi
  • dolore al petto: si avverte una sensazione di peso o di schiacciamento al petto che crea dolore.
  • nausea o dolori addominali
  • sensazione di sbandamento, di instabilità fisica, come se si stesse per svenire
  • paura di non avere più il controllo di se stessi, delle proprie azioni e dei propri pensieri, paura di impazzire
  • intensa paura di morire
  • sensazioni fastidiose di formicolio, spesso alle mani o ai piedi.
  • si alternano sensazioni di brividi o vampate di calore
  • alcune persone avvertono la sensazione che ciò che gli accade non sia reale (derealizzazione)
  • sensazione di essere staccati dal proprio corpo, come se si osservasse la scena da fuori (depersonalizzazione)

Si parla di disturbo di panico se ci sono stati almeno due episodi di panico intenso in un periodo di tempo ravvicinato (qualche giorno o settimana). Ogni attacco dura in media dai 5 ai 20 minuti, per poi scomparire gradualmente. Anche se breve, è un’esperienza molto spaventosa per chi l’ha sperimentata; di solito lascia un senso di stupore e incredulità.

La buona notizia è che di panico non si muore e che si può curare con ottimi risultati!

Attacchi di panico sintomi notturni

L’attacco di panico può avvenire anche di notte, durante il sonno. In questo caso i sintomi “notturni” degli attacchi di panico sono:

  • risveglio improvviso
  • forte ansia
  • tachicardia
  • tremori
  • brividi o vampate di calore
  • dolore al petto
  • sensazione di forte smarrimento e confusione
  • depersonalizzazione e derealizzazione
  • paura di morire e di avere un infarto

Quando il panico sopraggiunge di notte è ancora più inaspettato e spaventoso perché ci si trova in uno stato di totale abbandono e rilassamento, dove non c’è controllo e volontà, situazione tipica di chi sta dormendo. In questi casi ci si sente impotenti e fragili. Ecco che allora può emergere paura a riaddormentarsi per evitare di sperimentare un nuovo attacco.

Le statistiche dicono che circa la metà di coloro che soffrono di panico sperimenterà prima o poi il panico notturno. Alcuni pensano che siano legati a sogni angoscianti o incubi, ma in realtà il panico notturno emerge nelle fasi precoci del sonno e non nella fase durante la quale sogniamo (fase REM).

Cause degli attacchi di panico

Le cause di una attacco di panico possono essere molto diverse. A volte la causa può essere una e specifica: un esempio classico sono le fobie. Infatti chi ha paura di prendere l’ascensore avvertirà una forte ansia fino al panico al solo pensiero di entrarci. Altre volte le cause del panico hanno radici psicologiche più profonde e differenti da individuo ad individuo.

Infatti la vita, a partire dalle esperienze infantili, ci porta a costruire delle credenze su come funzionano i rapporti o su quello che pensiamo di noi stressi. Queste credenze sono come dei filtri attraverso i quali guardiamo la realtà o noi stessi e ci influenzano a livello inconscio. Se ad esempio abbiamo avuto esperienze traumatiche o rapporti difficili con i nostri genitori potremmo aver maturato la convinzione inconscia che nella vita bisogna tenere tutto sotto controllo e non ci si può mai affidare agli altri. Oppure potremmo esserci convinti che prendere una nostra personale direzione nella vita e differenziarci da chi amiamo metta a repentaglio i rapporti e noi stessi.

Queste sono solo alcune delle possibili credenze inconsce che sono alla base degli attacchi di panico e dell’ansia patologica in generale. La psicoterapia serve ad individuare queste credenze, chiarendo come si sono formate e intervenendo per cambiarle o mitigarle.

Ci sono alcune situazioni che tendono a far emergere gli attacchi di panico perché vanno a stimolare quelle credenze e i conflitti inconsci che generano. Alcune situazioni di vita slatentizzassero problematiche e conflitti psicologici che erano già presenti ma non si vedevano. Ecco i principali eventi di vita che fanno emergere il panico:

  • stress relazionale ( es: rottura di un rapporto sentimentale)
  • andare a vivere da soli
  • rapporti difficili con un collega o con un capo
  • troppe cose da fare in una giornata
  • incidenti
  • morte di un genitore o di un parente
  • malattie fisiche
  • problemi finanziari
  • promozione o licenziamento

Conclusioni

A tutti prima o poi nella vita capiterà di avere un attacco di panico; è un’esperienza assolutamente normale anche se spaventosa. Se però succede spesso allora è meglio intervenire. Può infatti essere un’occasione unica di crescita personale per migliorare la propria qualità di vita e diventare anche più se stessi e liberi di prima.

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Ansia come gestirla

Ansia… come gestirla? In questo video continuo a parlarvi di come fare a gestire l’ansia, in particolare l’ansia inappropriata, Molti si chiedono: ansia come combatterla? Ma è proprio vero che bisogna combattere l’ansia? Può infatti capitare a tutti di avvertire un’ ansia perenne che ci accompagna durante tutta la giornata o un’ansia senza motivo…

Ansia paura e panico

Nel primo video di questa serie che trovate sul mio canale youtube https://www.youtube.com/user/mikyjazz100 ho distinto tra ansia, paura e panico: spesso infatti vengono usati come sinonimi, ma non è in realtà così… son infatti tre stati della mente e del corpo differenti ma collegati. Per approfondire ecco il link di un mio precedente articolo: https://www.musicaeterapia.it/2018/12/22/psicologo-torino-ansia-rimedi-parte-1/

Abbiamo visto che la paura è una delle 6 emozioni di base e quindi come tale non è patologica, ma una risorsa fondamentale che ci ha donato la natura per proteggerci dai pericoli e sopravvivere. La paura “sana” nasce infatti da un pericolo reale esterno o interno a noi, tipo una macchina che ci sta venendo addosso mentre attraversiamo una strada oppure un forte mal di stomaco che avvertiamo dopo aver mangiato qualcosa di avariato.

L’ansia è invece una risposta psicofisica più vaga, complessa e aspecifica rispetto alla paura. Infatti l’ansia prevede la presenza di pensieri di pensieri anticipatori rispetto al futuro spesso negativi e catastrofici; se questi pensieri diventano preponderanti si parla di ansia anticipatoria.

Ansia e stress sono componenti presenti nella vita di ognuno di noi; non dobbiamo quindi pensare di eliminare l’ansia ma di gestirla poiché se impariamo a capire il significato e i sintomi può diventare un’ occasione di crescita e di cambiamento.

L’ansia infatti ci spinge ad agire: immaginiamo di avere appena saputo che a lavoro stanno per licenziare alcuni dipendenti per un taglio al personale; questa notizia ci farà provare un’ansia reattiva che ci metterà in moto per trovare delle soluzioni: potremo aggiornare il nostro curriculum o iniziare un corso di formazione o andare a parlare con il nostro capo etc…

Se però prendono il sopravvento i pensieri catastrofici ecco che potremmo trovarci nella situazione di un’ansia continua e forte che potrebbe trasformarsi in un’ansia cronica!

Vi spiego di seguito due tecniche che possiamo utilizzare in questi casi. Potrebbero sembrare degli esercizi contro l’ansia, ma in realtà sono solo delle strategie per imparare a gestirla meglio, proprio perché non è nostra nemica di per sé!

Ansia cosa fare: respiriamo correttamente

Quando siamo in ansia tendiamo a respirare con la parte apicale dei polmoni facendo respiri corti e aumentando il numero dei cicli respiratori; questa modalità però ci fa incanalare troppo ossigeno e in fretta e contribuisce ad aumentare l’ansia. Questo tipo di respirazione corta e intensa ci arriva dall’evoluzione: infatti gli animali respirano in questo modo quando si preparano a correre per scappare o attaccare.

Quindi quando ci accorgiamo di respirare in questo modo possiamo sederci comodamente su di una sedia con la schiena dritta; prendiamo l’aria dal naso e buttiamola fuori dalla bocca lentamente ( guarda il video) e senza forzare. E’ necessario inspirare per circa tre secondi e buttare fuori l’aria lentamente dalla bocca per circa 6 o 7 secondi. Facciamo almeno 8 respiri così da seduti.

Ansia cosa fare: mettiamo in discussione i pensieri catastrofici

Come ho spiegato all’inizio di questo articolo alla base dell’ansia cronica, generalizzata e “inappropriata” ci sono i pensieri automatici catastrofici. Un famoso psicologo americano Albert Ellis ci ha insegnato che per ridurre l’ansia è utile mettere in discussione tutti quei pensieri catastrofici e ipergeneralizzati che si creano in noi durante i momenti di ansia e stress e che contribuiscono sia a crearla che a mantenerla.

Nel primo video di questa serie ho spiegato come sia importante mettere per iscritto questi pensieri automatici, scrivendoli amano su di un foglio. Fatto questo è importante rileggerli e vedere come sono accumunati dal tentativo di rifiutare qualcosa o dal volere che qualcosa assolutamente accada.

Leggendo bene si vedrà che è possibile facilmente aggiungere il verbo “deve” sia nella forma affermativa che negativa; ecco alcuni esempi: “non devo assolutamente sbagliare”, “non devo assolutamente perdere il lavoro, sarebbe una catastrofe”, “non mi deve trattare male”, “tutti mi devono portare rispetto”, “devo terminare questo lavoro al più presto” etc…. tutti questi “devo”, “deve” o ” non devo”, “non deve” descrivono quindi un pensiero rigido, schematico, ipergeneralista. Ecco che allora dobbiamo provare a mettere in discussione questi pensieri e chiederci : “ma perché devo per forza….”, oppure ” perché lui o lei devono per forza…”, “per quale ragione logica e scientifica le cose devono andare come io vorrei?”..

Perché devo per forza no sbagliare mai? Sarà una catastrofe se succede? Perché devono trattarmi sempre tutti bene? E’ una catastrofe se qualche volta non succederà? Morirò per questo?…

Provate a mettere in discussione i vostri pensieri automatici in questo modo.

Conclusioni

Ansia come gestirla? L’ansia non è di per sé patologica, ma può essere utile per segnalarci che qualcosa della nostra realtà è cambiata o sta cambiando. Solo quando diventa eccessiva, inappropriata rischia di trasformarsi in ansia cronica e generalizzata. Riprendere una corretta respirazione e imparare a gestire e contestare i pensieri automatici catastrofici ci può aiutare.

Questi sono solo alcuni utili consigli che però non possono sostituire un percorso di psicoterapia.

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