Fiducia in se stessi: come aumentarla.

Introduzione

Fiducia in se stessi. Come svilupparla? In questo video – articolo ti voglio parlare di un argomento strettamente correlato all’ autostima e cioè la fiducia in se stessi. Ti descriverò in cosa consiste e da dove nasce. Lo sapevi che l’atteggiamento che hai verso te stesso/a è più importante del saper fare praticamente qualcosa? Vedremo come alcune persone hanno dei sensi di colpa inconsci che non gli permettono di sviluppare una sana fiducia in se stessi. Al termine del video – articolo troverete quattro consigli pratici che possono essere utili in questo caso.

Fiducia in se stessi e atteggiamento mentale

Se ci pensiamo bene, l’atteggiamento mentale che mettiamo prima di fare qualcosa e più importante della cosa in se da fare…  le convinzioni consce o inconsce che abbiamo su di noi sono più importanti del fatto di saper fare realmente.

Vi faccio un esempio molto banalmente: se io non ho la fiducia di poter piantare un chiodo nel muro non avendolo mai fatto non mi ci metterò nemmeno, se invece dentro di me c’è come una vocina che mi rassicura e mi dice che posso farcela allora mi metterò a farlo, magari sbaglierò, farò un lavoro impreciso ma lo porterò a termine.

Quella vocina è spesso il frutto dell’educazione che ho avuto e delle esperienze di successi o fallimenti che ho accumulato nella mia vita! Quindi quello che pensiamo di noi stessi è in realtà più importante di tutto il resto, perché poi la pratica arriva!!

La fiducia in se stessi è innata o si costruisce?

La fiducia in se stessi non è qualcosa che ci viene data alla nascita ma fondamentalmente si costruisce e sicuramente le prime esperienze infantili, gli esempi che abbiamo visto in casa sono molto importanti; tutti noi quindi riceviamo in eredità un certo grado di fiducia in noi stessi e nelle nostre capacità, ma la buona notizia è che possiamo migliorarla.

Nel video descrivo il ruolo che hanno le profezie autorealizzanti e come ci possono aiutare o mettere in difficoltà! Infatti se siamo convinti che una certa cosa andrà male allora senza accorgercene metteremo in campo un atteggiamento che la farà andare male! Questa non è magia, alcuni la chiamano la legge dell’attrazione, ma in realtà è un meccanismo psicologico ormai bene conosciuto e studiato.

Ma perché succede tutto questo? Alcune volte l’ostacolo principale allo sviluppo di una buona fiducia in se stessi è lo scoraggiamento che spesso arriva dall’aver fallito in qualcosa. Altre persone hanno poco fiducia in sé per ragioni legate alla propria vita infantili; la ricerca psicologica ha capito che (a causa di una serie di traumi infantili) a livello inconscio molti si sentono in colpa nel tentativo di raggiungere i propri scopi e obiettivi e per questo mettono in piedi una serie di atteggiamenti inconsci per auto-sabotarsi. In questo senso la psicoterapia può essere molto utile per individuare quali sono questi freni emotivi e credenze inconsce che ci ostacolano.

Fiducia in se stessi: 4 consigli pratici per aumentarla.

Al termine del video troverete 4 consigli pratici per aumentare la fiducia in se stessi (guarda il video per la spiegazione):

 1) cerca un mentore:

confrontati con chi ha già raggiunto l’obiettivo che vuoi raggiungere per sapere quali sono stati i passi che ha dovuto fare; spesso non lo facciamo perché pensiamo che non avranno voglia di farlo o che daremo fastidio ma in realtà le persone in media hanno voglia di raccontare come hanno fatto a raggiungere la loro meta.

2) cerca di visualizzare te stesso con il risultato già ottenuto:

visualizza te stesso come se fossi già arrivato alla tua meta, come ti comporteresti? Come ti sentiresti?

3) ragionare per piccoli obiettivi facilmente raggiungibili:

prova a suddividere gli obiettivi più grandi in piccoli obiettivi più facilmente raggiungibili e che ti mettono meno ansia.

4) rivolgiti ad uno psicologo psicoterapeuta:

può essere utile decidere di farsi aiutare con una psicoterapia per capire quali specifiche esperienze del passato ancora ti condizionano, quali credenze o sensi di colpa inconsci ti bloccano dalla possibilità di realizzare in pieno il tuo potenziale.

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Dott. Michele Verrastro

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Bassa autostima psicologo Torino

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Introduzione

Fare esperienza nella vita è importante. Imparare direttamente sulla nostra pelle è fondamentale. Il vero apprendimento passa attraverso l’esperienza diretta. Per aumentare una bassa autostima bisogna fare nuove esperienze che poco alla volta modificano il giudizio che abbiamo di noi stessi. In questo articolo voglio spiegarvi come la buona autostima si costruisce poco alla volta concedendosi di fare esperienze, provare, sbagliare, capire cosa dobbiamo modificare e ripetere.

Autostima e esperienze

Cosa si intende per autostima? Mi riferisco al livello di fiducia, apprezzamento, stima, soddisfazione che sentiamo per noi stessi. Una buona autostima non consiste nel sentirsi infallibili o onnipotenti, ma avere una realistica visione di se stessi fatta di pregi e difetti e avvertire una buona fiducia nella possibilità di raggiungere gli obbiettivi che abbiamo in mente. Questa fiducia non nasce in noi spontaneamente ma si costruisce nel tempo facendo esperienza diretta che siamo in grado di affrontare e risolvere le piccole e grandi difficoltà della vita.

Fare o pensare?

Quando facciamo qualcosa concretamente, non solo riflettendo o pensandoci, i ricordi si fissano in maniera più forte nella nostra memoria. Se poi la stessa esperienza o comportamento la ripetiamo più volte essa si fissa così in profondità nella nostra memoria inconscia da diventare automatica. La stima di noi stessi si basa proprio sul vedere concretamente che possiamo riuscire a fare ciò che abbiamo in mente, a realizzare i nostri obiettivi, partendo da cose semplici. Questo percorso inizia da bambini; i genitori devono quindi sostenere ed accompagnare i figli ma devono anche lasciarli liberi di fare esperienze e fare i propri errori! Ecco perché chiudere i figli in una campana di vetro è sbagliato!!

Ovviamente anche pensare e riflettere è importante, soprattutto quando abbiamo cercato di fare qualcosa ma abbiamo commesso degli errori; è importante in questo caso prendersi del tempo per pensare ai motivi per cui abbiamo sbagliato e elaborare nuove strategie. Tuttavia a volte il pensare troppo diventa una difesa per non affrontare la paura di agire e di sbagliare! Ricordiamoci sempre che tutti commettiamo errori! E’ attraverso gli errori che si impara.

Le esperienze emotive correttive

Per capire meglio il concetto che oggi voglio passarvi provo a fare un esempio. Immaginiamo di voler giocare a tennis per la prima volta; non avendo mai preso lezioni da un maestro iniziamo ad impugnare la racchetta in un modo tecnicamente sbagliato. Così continueremo ad usare quell’impugnatura per molte volte, magari mesi o anni, facendola diventare per noi naturale, automatica. Prima o poi potremmo accorgerci dell’errore, magari perché ci duole il polso o perché qualcuno ci fa notare che con quell’impugnatura non ottimizziamo i colpi. Quindi a questo punto dovremo prima osservare e riflettere su come modificare questa abitudine sbagliata e poi ripetere tante e tante volte i nuovi movimenti fino a farli diventare un’abitudine. Questo fatto richiede tempo ed energie anche perché il nostro cervello è “abitudinario”, non gli piace cambiare perché il cambiamento richiede sforzo e energie.

Questo principio vale per tutti gli aspetti della vita. Se ad esempio ho accumulato delusioni e fallimenti nella vita relazionale, mi aspetterò che anche il prossimo rapporto sarà una delusione! Anche in questo caso dovrò accorgermi di come io stesso contribuisca a questi fallimenti, mettendo in atto dei comportamenti di cui spesso non si è neanche coscienti. Potrei ad esempio accorgermi che scelgo sempre lo stesso tipo di partner, con gli stessi tipi di caratteristiche psicologiche e atteggiamenti! Avrò quindi tutta una serie di rapporti “fotocopia”, ripetendo sempre lo stesso copione; Sigmund Freud chiamava questo meccanismo inconscio “coazione a ripetere”.

Quindi per prima cosa dovrò diventare consapevole dei miei “meccanismi” e automatismi mentali riflettendo, poi dovrò provare a sperimentare nuovi tipi di partner e comportamenti. A questo punto se tutto funziona inizierò ad accumulare nuove esperienze emotive e affettive più soddisfacenti. Queste nuove esperienze è come se “correggessero” le esperienze precedenti e vengono definite esperienze emotive correttive ( F. Alexander, 1946).

Bassa autostima psicologo Torino: migliorarla richiede tempo.

Bassa autostima psicologo Torino 2

Ti apparirà ora chiaro perché crescere e cambiare è un processo lungo; bisogna infatti collezionare un numero significativo di nuove esperienze positive che rinforzino le nuove abitudini e si sostituiscano alle vecchie.

Ecco perché quando stiamo cercando di migliorarci in qualcosa, di crescere, di cambiare dobbiamo avere pazienza con noi stessi; non basta una sola volta per cambiare un atteggiamento o un comportamento, ma dobbiamo ripetere più volte la stessa esperienza perché diventi inconscia e automatica.

Concediamoci quindi la possibilità di sbagliare, perché sbagliare è normale ed è solo attraverso gli errori che possiamo imparare.

Conclusioni

Migliorare la stima comporta necessariamente cambiare qualcosa, nel modo in cui pensiamo a noi e nelle emozioni e sentimenti che proviamo prima di tutto verso noi stessi.

Per farlo dobbiamo metterci in gioco, provare, sperimentare, fare errori, valutare cosa funziona e cosa no, e poco alla volta collezionare nuove esperienze che si sostituiscano a quelle vecchie. Tutto ciò richiede tempo e impegno ma la soddisfazione finale è impagabile!

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Vuoi sapere in cosa consiste la psicoterapia?

Leggi l’articolo che trovi in questo link: https://www.musicaeterapia.it/psicoterapeuta-psicoterapia-torino/

L’Assertività: il giusto mezzo

Si sente spesso parlare di assertività…ma in cosa consiste?

Il comportamento assertivo lo possiamo rappresentare come un punto centrale in un segmento, con ad un estremo il comportamento passivo ed all’altro il comportamento aggressivo. Possiamo dire che il comportamento assertivo sia il giusto mezzo!

Chi agisce passivamente mette da parte le proprie esigenze e i propri diritti, subisce le situazioni senza reagire, si assume le responsabilità che non gli competono, non afferma le proprie idee.

Il comportamento aggressivo è tipico di chi tende ad affermare se stesso con arroganza e prepotenza senza prendere in considerazione le opinioni e le esigenze altrui.

assertività

A quale dei due stili ti senti più vicino?

Lo spirito che invece caratterizza il comportamento assertivo è caratterizzato dalla convinzione nelle proprie opinioni e dalla mancanza di remore nell’esprimerle. Chi si comporta in maniera assertiva si assume la completa responsabilità di quel che fa e di quel che dice. Considera importanti le proprie esigenze, diritti, bisogni, e desideri e cerca di soddisfarli. Allo stesso tempo, però, fa in modo che i propri interessi non entrino in contrasto con i diritti ed i bisogni altrui.

Il comportamento assertivo implica il rispetto e l’amore per se stessi e, conseguentemente, amore e rispetto per gli altri perchè solo apprezzando e riconoscendo le qualità che possiediamo possiamo riconoscerle ed apprezzarle negli altri.

Libro consigliato

Francesco Muzzarelli, Assertività. Come comunicare con efficacia nelle situazioni difficili, Ibs 2012.

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