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Psicologo Torino Dott. Michele Verrastro

Psicologo torino per ansia, attacchi di panico, autostima, depressione, difficoltà relazionali. Supporto psicologico e psicoterapia in studio e online su Skype e WhatsApp.

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Tag: stop ansia

Pubblicato il Novembre 26, 2019Ottobre 31, 2020

Attacchi di panico

L'attacco di panico è una forte paura che è superabile se impariamo a conoscerla e capire cosa ci vuole dire.

Può capitare a tutti di avere un attacco di panico almeno una volta nella vita; il problema insorge quando questi attacchi sono ripetuti nel tempo e limitano la nostra vita. Se iniziamo a non prendere più treni, aerei, guidare in macchina ecc, per paura di avere un attacco di panico allora è il momento di intervenire e farsi aiutare. Infatti l’evitamento delle situazioni temute che possano generare attacchi di panico, non fa altro che rinforzare la paura e rovinare la nostra qualità di vita.

Attacchi di panico: i sintomi caratteristici

Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-IV-TR) descrive così l’attacco di panico: ” un periodo preciso di paura o disagio intensi, durante il quale quattro (o più) dei seguenti sintomi si sono sviluppati improvvisamente ed hanno raggiunto il picco nel giro di 10 minuti:

  1. palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia
  2. sudorazione
  3. tremori fini o a grandi scosse
  4. dispnea o sensazione di soffocamento
  5. sensazione di asfissia
  6. dolore o fastidio al petto
  7. nausea o disturbi addominali
  8. sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento
  9. derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi)
  10. paura di perdere il controllo o di impazzire
  11. paura di morire
  12. parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio)
  13. brividi o vampate di calore”

Come avviene un attacco di panico

L’attacco di panico dura in media pochi minuti ma è fonte di una grande angoscia e paura per chi lo sperimenta. Oltre a sensazioni fisiologiche fastidiose come sudorazione, dispnea, vertigini e tachicardia si avverte spesso una forte paura di stare per morire. I pazienti con disturbo da panico spesso soffrono anche di agorafobia, che consiste nella paura di trovarsi “intrappolati” in un posto o in una situazione nella quale è difficile o imbarazzante allontanarsi o dove non è disponibile l’aiuto di qualcuno.

L’evitamento: il modo “sbagliato” di prevenire.

Data la forte sofferenza e disagio provati in quei momenti, i pazienti iniziano a sviluppare una paura “anticipatoria” di quando e dove potrà avvenire il prossimo attacco di panico . Questo porta molte persone a “evitare” tutte quelle situazioni che immaginano possano scatenare attacchi di panico; questo comportamento può talmente rinforzarsi da limitare in modo consistente la vita. Alcuni infatti arrivano a non prendere più aerei, ascensori, andare in ristoranti o locali, chiudendosi letteralmente in casa e mettendo a rischio i rapporti sociali, affettivi e il proprio lavoro.

Significato psicologico degli attacchi di panico

Molti pazienti all’inizio non riescono a spiegarsi il motivo di questi attacchi: “….ho sempre percorso in macchina quella strada, decine di volte, eppure quel giorno ho avuto proprio lì un attacco di panico, mentre guidavo!!”. Frasi come queste capita spesso di sentirle nella mia professione di psicologo psicoterapeuta e indicano la sensazione di come questi attacchi “arrivino dal nulla”; sembrano senza una spiegazione ragionevole. Alcuni poi tendono a banalizzare attribuendoli a stanchezza, stress o a quello che hanno mangiato la sera prima! Purtroppo non può essere così soprattutto se ci sono più episodi ripetuti nel tempo.

Il compito dello psicologo ad orientamento psicodinamico è quello di comprendere il significato di questi attacchi; spesso sono l’espressione di un conflitto psicologico più profondo e quindi non consapevole. Può capitare infatti che senza accorgersene limitiamo le nostre possibilità, ci giudichiamo per emozioni o desideri che proviamo ma che non ci possiamo permettere di sentire per ragioni educative o sociali.

A volte ci costringiamo in ruoli che non sono i nostri o che ci stanno ormai troppo stretti come il marito perfetto, la moglie perfetta, l’amico sempre disponibile o l’essere sempre “buoni” ecc… ma noi siamo fatti di tante parti, ed a volte alcune di queste proprio non ci piacciono e non volgiamo accoglierle ed ascoltarle o ci sentiamo in colpa nell’esprimerle.

Conclusioni

Il panico crea tanta sofferenza in chi lo incontra nella vita, ma se decidiamo di ascoltare che cosa ci vuole dire può diventare una incredibile occasione per conoscere meglio noi stessi e scoprire il nostro vero Se; questa è l’unica strada per ritrovare il benessere.

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Pubblicato il Gennaio 10, 2016Gennaio 2, 2021

Gestire l’ansia

Si può imparare a gestire l’ansia?

Gestire l’ansia psicologo Torino

Risposte e soluzioni su come gestire l’ansia variano da persona a persona.

Le cause che provocano gli stati ansiosi variano da persona a persona. In ogni caso affrontare e risolvere i problemi legati all’ansia è sempre possibile.

L’ ansia è un campanello d’allarme che suona ogni qualvolta percepiamo una situazione potenzialmente ostile o minacciosa.

Ma un normale stato di preoccupazione può anche diventare eccessivo rispetto a determinati eventi o persone. Purtroppo, il nostro cervello non distingue un’ansia fisiologica (normale) dall’ansia patologica.

Ansia fisiologica e ansia patologica

L’ansia fisiologica ci permette, quando la avvertiamo, di scegliere comportamenti utili alla nostra sopravvivenza e all’adattamento al nostro ambiente di vita.

Invece l’ansia patologica è un malessere apparentemente immotivato; in questi casi proviamo una forte sensazione di malessere ma non sappiamo il perché. Sentiamo il cuore battere più velocemente, la mani sudate, una sensazione di costrizione o di mancanza d’aria….

Queste sensazioni ci possono far sentire un profondo sconforto e in alcuni casi possono degenerare in panico e depressione.

Le manifestazioni dell’ansia si avvertono a più livelli: fisico (giramenti di testa, palpitazioni, difficoltà respiratorie, etc), psichico (stati di agitazione, sensazioni di paura e insicurezza, vissuti di tristezza accompagnati da difficoltà di attenzione e concentrazione, etc) e comportamentale (condotte dirette alla fuga e all’evitamento).

La percezione del pericolo

Il nostro cervello risponde con reazioni primitive ed istintive perfino alle minacce presunte.

Infatti non è in grado di distinguere il pericolo reale da quello immaginario ma, in entrambi i casi, per ripristinare l’equilibrio attiva gli stessi meccanismi di allerta.

Saper distinguere le situazioni che attivano in noi l’ansia è dunque fondamentale per riuscire ad affrontare efficacemente e con maggior serenità le difficoltà quotidiane che ci inducono a provare ansia.

Come fare a gestire l’ansia?

Per risolvere il problema dell’ansia occorre preventivamente imparare a discriminare tra le situazioni legate alle due tipologie di ansia (normale e patologica), successivamente è fondamentale affrontare alcuni temi relativi al:

– proprio senso del dovere, spesso troppo rigido e coercitivo (lavorare cioè su quelle che Albert Ellis chiama doverizzazioni);

– senso di colpa: che non di rado ci imprigiona, e non sempre ce ne rendiamo conto;

– senso di autoefficacia: dal momento che non siamo sempre consapevoli delle nostre risorse, dobbiamo prima imparare a conoscerle per poi impiegarle a nostro vantaggio;

– contrastare i meccanismi che innescano la nostra ansia: nella maggioranza dei casi sono le “soluzioni” che noi stessi poniamo in essere per contrastarla, a crearci ansia patologica;

– apprendere ed elaborare nuove modalità di considerare l’ansia: non tutta l’ansia vien per nuocere, non scordiamoci che l’ansia è anche un meccanismo evolutivo funzionale al mantenimento della specie;

– mettere a punto e sperimentare strategie utili per gestire l’ansia, sviluppando così un nuovo senso di autoefficacia.

Riflessioni finali

A tutti noi capita e capiterà di avvertire ansia; la natura ci ha fornito questo segnale d’allarme che ci ha permesso di prevenire ed evitare pericoli per la nostra sopravvivenza.

Tuttavia noi esseri umani possiamo avvertire ansia anche quando razionalmente non ce ne sarebbe bisogno, fino ad arrivare al panico che può bloccare le nostre vite ( per approfondire: https://www.benessere360.com/attacchi-di-panico-sintomi.html )

Fortunatamente è possibile uscirne e la psicoterapia può fare molto. Il primo passo fondamentale è chiedere aiuto poiché significa anche accettare di avere una difficoltà e non vergognarsi più per questo.

Per approfondire leggi questo articolo: https://musicaeterapia.it/2018/12/22/psicologo-torino-ansia-rimedi-parte-1/

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