Ciao a tutti! In questo video articolo torno a parlare di senso di colpa, vi spiegherò in cosa consiste, come distinguerlo dalla vergogna, quando è sano sentirsi in colpa e quando diventa malsano e dannoso per la nostra salute mentale e fisica.
Differenza tra senso di colpa e vergona
Voglio iniziare cercando di distinguere tra senso di colpa e vergogna; infatti a volte vengono confusi ma sono due cose ben diverse.
Vergogna: che cos’ è?
La vergogna è una sensazione spiacevole, un turbamento interiore accompagnato da emozioni come tristezza e paura, che sperimentiamo quando abbiamo infranto una regola morale o sociale e siamo stati scoperti; ad esempio potrei provare vergogna nel dire al mio vicino di casa che ho perso il lavoro. Infatti si può dire che la vergogna ha una natura più narcisistica perché ha a che fare con lo sguardo degli altri.
Senso di colpa: sintomi
Il senso di colpa mi manifesta sempre con un turbamento interiore più o meno profondo, con sensazioni spiacevoli ed emozioni come paura, rabbia, tristezza derivate da un atto mancato o compiuto che ci fa sentire di aver violato una nostra regola etica o morale e si manifesta anche se nessuno ci vede o sa di questa violazione (ad esempio se vado molto veloce in macchina e provoco un incidente attraversando un incrocio con il semaforo rosso, mi sentirò in colpa). Il senso di colpa genera sensazioni e pensieri di rimorso, rimpianto che creano una tensione interna. Si possono associare sintomi come mal di testa, dolori allo stomaco, ansia, insonnia. In casi più estremi può portare a forme di autopunizione.
Ci sentiamo invasi da una sensazione spiacevole e rivolgiamo verso di noi accuse e giudizi severi che ci fanno stare male; Se il senso di colpa è molto intenso ci sentiamo totalmente invasi da quelle sensazioni, immersi, sovrastati, schiacciati, il pensiero torna sempre su quell’evento o situazione che ci tortura.
Senso di colpa sano
Ma il senso di colpa è sempre inutile o patologico? No, infatti per poter vivere in società abbiamo bisogno di condividere delle regole morali, che ci permettono di mantenere un certo ordine e evitare quindi il caos.
Il fatto di possedere dentro di noi delle regole che ci sono state insegnate dalla nostra famiglia e dalla società in cui viviamo ci permette di regolare il nostro comportamento e le relazioni. Se ad esempio, nell’esempio che ho fatto prima, ho causato un incidente con la mia macchina infrangendo delle regole del codice stradale è giusto che io provi un senso di colpa e che quindi intervenga per aiutare o rimediare quando è possibile.
Esiste quindi un senso di colpa sano che funziona come un autoregolatore interno; in questo caso sarebbe più giusto parlare di senso di responsabilità. Infatti nella nostra cultura il termine colpa si è intriso di un significato più generale e spirituale che deriva anche dai valori religiosi soprattutto di origine cattolica. In alcune persone infrangere una regola morale viene spesso associata alla punizione divina o comunque ad una profonda sensazione di essere sbagliati come persone, quindi di un giudizio negativo verso noi stessi che diventa globale.
Dall’altra parte anche l’assenza totale di senso di colpa diventa quindi un indicatore di malessere psicologico.
Senso di colpa patologico
Ma invece quando il senso di colpa può diventare eccessivo e patologico? Se nel soggetto c’è una eccessiva tendenza a responsabilizzarsi per ciò che accade fuori di lui o per le emozioni che prova o i pensieri che pensa si può parlare di senso di colpa patologico.
La persona in questione sarà continuamente tormentata da rimorsi, ansia, pensieri ossessivi e intrusivi perché tenderà ad esagerare il proprio ruolo e responsabilità in quello che gli accade, fuori e dentro di lui o lei. Non riuscirà quindi più a distinguere il sano egoismo dal comportamento etico e morale sbagliato. Inoltre questo meccanismo di colpevolizzazione avverrà in modo automatico, inconscio, cioè al di la della volontà del soggetto.
Alcune persone si sentono in colpa in modo intenso e duraturo anche solo per aver pensato o desiderato qualcosa che ritengono moralmente sbagliato; questo è indice di una rigidità nella parte inconscia della nostra mente dove sono contenute le varie regole morali e insegnamenti ricevuti nell’infanzia e da ognuno di noi poi interiorizzati; Freud ha definito questa struttura il super io; ecco quando il super io è troppo rigido è come se dentro di noi ci fosse un giudice molto severo e pronto a puntarci il dito e punirci.
Come nascono i sensi di colpa?
Ma da dove arriva questa tendenza a sentirsi eccessivamente responsabili? L’origine è sempre da ricercarsi nell’infanzia e nelle relazioni con i genitori o le principali figure di accudimento.
Provo a fare un esempio: se da bambino sono stato giudicato, colpevolizzato ogni volta che mi allontanavo da mia madre per esplorare in modo sano e legittimo l’ambiente ecco che da adulto potrei sentirmi in colpa quando cerco la mia autonomia.
Oppure se da piccolo mi sono convinto che dovevo essere io con i miei comportamenti a rendere felici mamma e papà ecco che da adulto potrei avere difficoltà a dire di no in modo sano alle richieste eccessive di aiuto che mi potranno arrivare, tendendo sempre a sacrificare i miei bisogni per quelli degli altri.
In psicoterapia si ripercorrono le relazioni familiari, le dinamiche, cioè il modo in cui si comunicava e le aspettative che abbiamo avvertito su di noi fin da bambini per capire da dove nascono i sensi di colpa patologici.
Come dicevo prima, fino ad un certo livello è sano e giusto che proviamo sensi di colpa. I
l problema è quando questa sensazione diventa pervasiva e ci condiziona eccessivamente la vita fino a auto-sabotarci e a privarci di esperienze positive perché non riusciamo a sviluppare il sano egoismo che è essenziale per essere felici.
Solo quindi ripercorrendo in psicoterapia le varie epoche della nostra vita potremo diventare coscienti di come ci siamo formati delle credenze su noi stessi e sul mondo che diventano patogene, e di come in modo inconscio hanno spesso governato la nostra vita. Impareremo inoltre ad accettarci pienamente per quello che siamo e per i nostri bisogni imparando a distinguerli da quelli che ci sono stati imposti dalla famiglia o dalla società, diventando quindi più liberi.
Primo esercizio: come ridurre il senso di colpa “nevrotico”
Un primo esercizio che tutti possiamo fare e quello di prendere per un attimo distanza dai nostri sensi di colpa per capire se sono ragionevoli o meno; proviamo a scrivere ciò che ci tormenta e proviamo poi a rileggerlo come se a raccontarlo fosse un nostro amico, quindi cercando di operare un distacco emotivo. Ora chiediamoci se quelle parole scritte ci fanno lo stesso effetto. Se ce le raccontasse un nostro amico ci sentiremmo di condannare totalmente quella persona? Qual è il reale ruolo che il nostro amico ha in quello che ci racconta? E’ veramente e unicamente sua responsabilità ciò che è successo?
Conclusioni
Senso di colpa e vergogna sono due sensazioni differenti. Esiste un senso di colpa sano e uno patologico. In psicoterapia si comprende l’origine del senso di colpa e come ci condiziona nella vita di tutti i giorni; questo ci permette di sentirci finalmente più liberi e felici.
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