Psicologo torino per ansia, attacchi di panico, autostima, depressione, difficoltà relazionali. Supporto psicologico e psicoterapia in studio e online su Skype e WhatsApp.
Buongiorno a tutti! Il bello del mio lavoro di psicologo è la possibilità di utilizzare diversi tecniche e strumenti che possano favorire benessere, riducendo ansia,stress e depressione.
In questi casi la musica è di grande aiuto!! Tante ricerche testimoniano ormai l’efficacia della musica nel modificare il nostro stato emotivo poiché agisce direttamente sul corpo e sul cervello.
Scegliere il brano giusto
Ecco il brano che vi presento oggi: Rod Stewart “Have you ever seen the rain”
Questo brano è diventato ormai un classico della musica rock-pop americana, anche se in questo caso si tratta di una cover.
Quando lo utilizzo nel mio lavoro di psicologo e musicoterapeuta ho notato che induce una sensazione di contenimento, rassicurazione, quasi una coccola! Però ha anche una forte componente incoraggiante ed è in grado di trasmettere fiducia.
La fiducia è un tema molto importante che prima o poi emerge in un percorso psicologico che mira a risolvere sintomi come ansia e depressione; intesa come fiducia in se stessi, nelle proprie possibilità, risorse e potenzialità. Solo se impariamo a fidarci di più di noi stessi potremmo allora fidarci degli altri.
Per far questo è necessario però sperimentare una relazione terapeutica in grado di modifica le aspettative negative circa se stessi ed il mondo; infatti anche se ce ne rendiamo conto razionalmente a volte non riusciamo a rilassarci nelle relazioni, ad abbassare le difese perché nella nostra storia (in particolare nell’infanzia) abbiamo accumulato esperienze che ci hanno insegnato a dubitare delle intenzioni degli altri e a svalutarci.
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Non è sempre facile far andare d’accordo cuore e cervello, ragione e sentimento!!
Eppure l’equilibrio emotivo e la felicità consistono proprio in un buon equilibrio tra queste nostre due parti.
Come fare allora a farle andare d’accordo?
Una risposta valida ce la fornisce “l’intelligenza emotiva“.
Di cosa si tratta? Ce lo spiega la collega dott.ssa Marina Annunziata (esperta certificata in tecniche di intelligenza emotiva) nelle righe che seguono:
“Esistono due tipi di intelligenza: una razionale con cui capiamo le cose concrete, e una emotiva con la quale riusciamo ad analizzare il complicato meccanismo delle emozioni umane, i nostri sentimenti e quelli degli altri e ad agire di conseguenza.
L’intelligenza emotiva è un aspetto dell’intelligenza legato alla capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie e le altrui emozioni.
E’ la capacità di distinguere tra sentimenti e sensazioni e di utilizzare queste informazioni per guidare i propri sentimenti e le proprie azioni.
Come citava Daniel Goleman:” Se riesci a tradurre in parole ciò che senti, questo ti appartiene”.
Da questa affermazione possiamo dedurre che tutto ciò che sentiamo e a cui non riusciamo a dare un nome finisce per diventare un vissuto estraneo alla nostra vita, alla nostra realtà. Durante il workshop del 26 maggio (vedi il link al fondo dell’articolo) faremo un viaggio intorno al mondo delle emozioni per migliorare le competenze emotive e relazionali: la consapevolezza delle proprie e altrui emozioni diventa così strumento privilegiato per creare armonia e benessere tra le persone.”
Il 26 maggio 2019 io e la dott. ssa Annunziata condurremo un workshop basato sull’integrazione di tre tecniche differenti e utili a migliorare il benessere psicofisico. Riporto qui di seguito le parole della collega che descrivono bene gli obiettivi di questa integrazione:
“L’integrazione tra le tecniche di Intelligenza Emotiva, Musicoterapia e Mindfulness può portare a concreti benefici nella riduzione dello stress, nel riconoscimento delle proprie e altrui emozioni, nella capacità di prestare attenzione in modo “intenzionale”, “aperto” e “non giudicante” al momento presente sviluppando così una forma di intelligenza pratica che permette di prendere maggiormente consapevolezza delle proprie forze e risorse interne”
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Chi di noi non l’ha mai provata? Magari prima di un impegno di lavoro importante o prima di un esame…. Spesso cerchiamo dei rimedi per l’ansia, ma è prima importante cercare di capire cos’è . Cerchi uno psicologo a Torino per l’ansia?
Ho pensato di pubblicare una serie di articoli su questo tema per cercare di fare chiarezza su cosa realmente sia l’ansia e fornire alcuni strumenti pratici per gestirla che utilizzo nel mio lavoro di psicologo a Torino.
E’ prima di tutto necessario distinguere tra paura e ansia; nel linguaggio comune vengono spesso usati come sinonimi ma non è così….
La paura
E’ una delle sei emozioni primarie, insieme a rabbia-disgusto-sorpresa-gioia-tristezza; come tale è quindi “scritta” nel nostro codice genetico ed è una risposta automatica ed istintiva a pericoli reali che possono mettere a rischio la nostra sopravvivenza.
La natura ci ha donato questa emozione per aumentare le nostre probabilità di sopravvivenza: se ad esempio incontro un animale pericoloso come un serpente o un leone la paura mette in allarme il mio Sistema Nervoso Autonomo preparandomi ad una reazione, che sarà quindi fisiologica, naturale e spontanea.
Ma anche se viviamo in una città la paura è utile: ad esempio se attraverso una strada e improvvisamente mi accorgo di una macchina che mi viene incontro la paura mi farà aumentare il passo o retrocedere per salvarmi la vita!
Questa emozione attiva principalmente tre tipi di comportamenti “automatici” che condividiamo con il mondo animale.
Le tre reazioni automatiche alla paura
Attacco: il nostro organismo si prepara al combattimento grazie alla produzione di sostanze come l’adrenalina e altri ormoni dello stress, aumenta la frequenza dei battiti cardiaci ed il respiro si fa più profondo e veloce aumentando la quantità di ossigeno nel sangue che apporta così più zuccheri nei muscoli delle gambe e delle braccia .
Fuga: in questo caso l’attivazione fisiologica generale del Sistema Nervoso Autonomo descritta sopra viene utilizzata per allontanarsi dallo stimolo, poiché il nostro cervello ha fatto una veloce valutazione e concluso che è più conveniente non combatterlo ma allontanarsi da esso (esempio: se incontro nella foresta un predatore il comportamento più efficace da utilizzare è spesso quello di allontanarsi).
Congelamento: alcuni animali quando incontrano un predatore fanno finta di essere morti o si immobilizzano sperando di non essere visti; anche a noi umani può succedere di immobilizzarci difronte ad un pericolo.
Come è facile intuire la paura deriva da uno stimolo REALE che può essere visivo, olfattivo, tattile, uditivo. Le nostre reazioni fisiologiche ci legano quindi al mondo animale e sono principalmente collegate all’amigdala che regola le emozioni primarie.
Ma l’essere umano può provare paura anche in situazioni dove oggettivamente non è a rischio la nostra sopravvivenza fisica (un’ interrogazione a scuola, un colloquio di lavoro, un primo appuntamento con una persona che ci piace, ecc..)
Questa tipologia di paure può diventare così intensa ed invalidante da trasformarsi in patologia.
Paure di questo tipo vengono definite fobie: ce ne sono di tantissimi tipi, da quella per i piccioni a quella per l’aereo e creano una reazione di paura sproporzionata rispetto all’entità dello stimolo. Ciò succede perché il cervello umano è in grado di apprendere e formarsi delle paure specifiche (dette appunto fobie specifiche) che in realtà sono prive di razionalità oggettiva.
L’ansia
E’ una complessa combinazione di emozioni che includono paura, apprensione, preoccupazione, abbinata a sensazioni fisiche come palpitazioni, dolori al petto, respiro corto, nausea, tremori e fantasie anticipatorie.
Si distingue quindi dalla paura perché è più vaga, aspecifica e può derivare o da un pericolo percepito (es: ” se fallisco questo esame universitario la mia vita è finita!”) oppure da un conflitto interiore ( es: ” se mi permetto di esprimere la rabbia le persone intorno a me soffriranno” ).
E’ importante questa distinzione perché i rimedi per l’ansia saranno diversi a seconda che l’origine sia “interna” alla psiche dell’individuo o esterna.
E’ importante chiarire fin da subito che l’ansia è utile e adattiva!! Questa frase può sembrare contro intuitiva, ma è proprio così! L’ansia infatti ci aiuta a riconoscere una situazione potenzialmente dannosa per noi.
Esempio
Immaginiamo una situazione lavorativa dove a causa del taglio del personale rischio di perdere il lavoro necessario per pagare l’affitto e comprare il cibo; provare ansia in questo caso mi attiverà per trovare delle strategie di intervento, come ad esempio parlare con il mio capo, cercare di esaltare maggiormente le mie competenza, modificare dei comportamenti che possono danneggiarmi come ad esempio essere poco collaborativo con i colleghi.
Psicologo Torino Ansia: esercizi pratici
Come psicologo a Torino spesso aiuto i miei pazienti a gestire l’ansia. Elenco qui di seguito alcuni esercizi pratici che spero possano essere d’aiuto:
1) Distingui tra ansia e paura: prova a scrivere a mano libera su di un foglio la situazione che ti crea malessere e cerca di capire se c’è un pericolo reale (che determina una giusta reazione di paura) oppure se stai anticipando un pericolo futuro (situazione tipica che genera ansia anticipatoria)
2) rileggi quello che hai scritto e prova a “distaccarti ” per un momento da quello che stai provando; prova cioè a pensare che quello che leggi sia il racconto di una tua amica e analizzalo. Fatti questa domanda: ma in una scala da uno a dieci quanto è reale il pericolo o la situazione descritta e quanto è immaginaria?
3) una volta che hai capito quanto è realistica o immaginaria la situazione descritta prova a farti questa domanda: su cosa posso io realisticamente intervenire? Che cosa invece non dipende da me e dal mio controllo?
4) prova a pensare ad un piano pratico per intervenire su ciò che puoi modificare e mettilo in atto.
5) ora rileggi dal foglio che prima hai scritto tutte quelle parti che invece sono delle anticipazioni esagerate e catastrofiche; prova a scriverle su di un foglio e crea un tuo rito per liberartene! Puoi ad esempio provare a fare in mille pezzi quel foglio (oppure scioglierlo nell’acqua o bruciarlo in sicurezza) facendo intanto dei respiri profondi (se ti va puoi provare la respirazione diafframmatica).
Conclusioni
Quindi per riassumere la paura deriva principalmente da uno stimolo/pericolo reale.
L’ ansia si attiva con uno stimolo percepito di natura prevalentemente soggettivo.
Quindi spesso per trovare dei validi rimedi all’ansia è necessario lavorare in seduta sul vissuto soggettivo , cioè sul modo unico in cui ciascuno di noi vive e dà significato alla realtà.
Bene, per questo primo articolo introduttivo sull’ansia mi fermo qui. Pubblicherò a breve altri articoli su questo argomento.
Cercherò di suggerire alcune tecniche e rimedi pratici per l’ansia.
L’obiettivo sarà ridurre l’ansia in eccesso e gestire quella “fisiologica”, cioè legata e generata inevitabilmente dal nostro vivere quotidiano.
Per info e domande contattami liberamente.
Effettuo interventi di sostegno psicologico e psicoterapia nel mio studio di psicologia a Torino oppure online attraverso Skype e le video chiamate di whatsapp.
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Risposte e soluzioni su come gestire l’ansia variano da persona a persona.
Le cause che provocano gli stati ansiosi variano da persona a persona. In ogni caso affrontare e risolvere i problemi legati all’ansia è sempre possibile.
L’ ansia è un campanello d’allarme che suona ogni qualvolta percepiamo una situazione potenzialmente ostile o minacciosa.
Ma un normale stato di preoccupazione può anche diventare eccessivo rispetto a determinati eventi o persone. Purtroppo, il nostro cervello non distingue un’ansia fisiologica (normale) dall’ansia patologica.
Ansia fisiologica e ansia patologica
L’ansia fisiologica ci permette, quando la avvertiamo, di scegliere comportamenti utili alla nostra sopravvivenza e all’adattamento al nostro ambiente di vita.
Invece l’ansia patologica è un malessere apparentemente immotivato; in questi casi proviamo una forte sensazione di malessere ma non sappiamo il perché. Sentiamo il cuore battere più velocemente, la mani sudate, una sensazione di costrizione o di mancanza d’aria….
Queste sensazioni ci possono far sentire un profondo sconforto e in alcuni casi possono degenerare in panico e depressione.
Le manifestazioni dell’ansia si avvertono a più livelli: fisico (giramenti di testa, palpitazioni, difficoltà respiratorie, etc), psichico (stati di agitazione, sensazioni di paura e insicurezza, vissuti di tristezza accompagnati da difficoltà di attenzione e concentrazione, etc) e comportamentale (condotte dirette alla fuga e all’evitamento).
La percezione del pericolo
Il nostro cervello risponde con reazioni primitive ed istintive perfino alle minacce presunte.
Infatti non è in grado di distinguere il pericolo reale da quello immaginario ma, in entrambi i casi, per ripristinare l’equilibrio attiva gli stessi meccanismi di allerta.
Saper distinguere le situazioni che attivano in noi l’ansia è dunque fondamentale per riuscire ad affrontare efficacemente e con maggior serenità le difficoltà quotidiane che ci inducono a provare ansia.
Come fare a gestire l’ansia?
Per risolvere il problema dell’ansia occorre preventivamente imparare a discriminare tra le situazioni legate alle due tipologie di ansia (normale e patologica), successivamente è fondamentale affrontare alcuni temi relativi al:
– proprio senso del dovere, spesso troppo rigido e coercitivo (lavorare cioè su quelle che Albert Ellis chiama doverizzazioni);
– senso di colpa: che non di rado ci imprigiona, e non sempre ce ne rendiamo conto;
– senso di autoefficacia: dal momento che non siamo sempre consapevoli delle nostre risorse, dobbiamo prima imparare a conoscerle per poi impiegarle a nostro vantaggio;
– contrastare i meccanismi che innescano la nostra ansia: nella maggioranza dei casi sono le “soluzioni” che noi stessi poniamo in essere per contrastarla, a crearci ansia patologica;
– apprendere ed elaborare nuove modalità di considerare l’ansia: non tutta l’ansia vien per nuocere, non scordiamoci che l’ansia è anche un meccanismo evolutivo funzionale al mantenimento della specie;
– mettere a punto e sperimentarestrategie utili per gestire l’ansia, sviluppando così un nuovo senso di autoefficacia.
Riflessioni finali
A tutti noi capita e capiterà di avvertire ansia; la natura ci ha fornito questo segnale d’allarme che ci ha permesso di prevenire ed evitare pericoli per la nostra sopravvivenza.
Tuttavia noi esseri umani possiamo avvertire ansia anche quando razionalmente non ce ne sarebbe bisogno, fino ad arrivare al panico che può bloccare le nostre vite ( per approfondire: https://www.benessere360.com/attacchi-di-panico-sintomi.html )
Fortunatamente è possibile uscirne e la psicoterapia può fare molto. Il primo passo fondamentale è chiedere aiuto poiché significa anche accettare di avere una difficoltà e non vergognarsi più per questo.
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