I Sogni sono un tesoro inestimabile ed è utile cercare di comprenderne il significato durante un lavoro psicologico, che sia semplice sostegno psicologico o psicoterapia, poiché possono essere d’aiuto allo sviluppo del benessere personale o alla risoluzione di sintomi come ansia e depressione.
Sono un “tesoro personale” perché sono la via diretta al nostro inconscio e se correttamente analizzati, possono aiutarci a sapere chi siamo, realizzarci e risolvere le piccole o grandi sofferenze che ci hanno portato a chiedere aiuto.
L’ interpretazione dei sogni nell’antichità
A quanto sembra i primi tentativi di interpretazione dei sogni risalgono agli arbori dell’umanità; presso le Grotte di Lascaux in Francia è possibile osservare disegni sulle pareti, che risalgono al Paleolitico Superiore (17500 anni fa), raffiguranti scene di caccia o animali che i ricercatori definiscono come raffigurazioni di sogni/fantasie/ricordi.
Per la cultura sumerica (4000 anni fa) il dormire in un luogo sotterraneo avrebbe portato il sognatore più in contatto con la propria interiorità attraverso sogni premonitori.
Nell’antico Egitto i sogni venivano considerati come mezzi fondamentali per prevedere il futuro e antiche pratiche magiche cercavano di generarli nel segnatore. Il “Libro dei Sogni Ieratico” (2052-1778 a.c.) conteneva un elenco dei significati delle immagini oniriche ai fini di una veloce e pratica consultazione.
Nel cultura ebraica antica il sogno veniva considerato come un diretto messaggio di Dio; ad esempio nella Bibbia è riportato il sogno profetico del Faraone che sogna sette vacche grasse e sette magre, chiedendo poi a Giuseppe, ebreo rinchiuso in quel momento in carcere, di interpretarlo.
Nel Talmud, testo sacro per l’ebraismo, il rabbino Ismaele afferma, con estrema modernità, che i sogni in realtà provengono dall’intimità dell’essere umano e portano a espressione, con l’utilizzo di un linguaggio simbolico, aspetti della vita interiore che sono racchiusi nel cuore del sognatore.
La pratica dell’ Oniromanzia (pratica religiosa finalizzata all’interpretazione dei sogni) era diffusa nel mondo antico romano e greco; i sogni venivano letti come messaggi delle divinità, diretti all’uomo per avvertirlo.
I sogni e le neuroscienze
Quante volte ci è capitato di dire: “è un po’ di tempo che non sogno nulla!”, oppure “ io non ricordo mai i miei sogni, non mi sembra di farne….“. In realtà le neuroscienze hanno dimostrato che tutti sogniamo, almeno un’ora e mezza a notte. La fase del sonno, durante la quale compaiono i sogni, si chiama fase R.E.M. ( Rapid Eyes Movement) o sonno paradosso; è chiamata così perché mentre il corpo è immobile gli occhi si muovono rapidamente e l’attività cerebrale è simile a quella della veglia. Questa fase inizia circa 70/90 minuti dopo l’addormentamento e si ripete ogni 90 minuti. In queste fasi il cervello consuma più ossigeno di quello necessario da svegli se si è impegnati a risolvere un difficile problema matematico. L’80% delle persone risvegliate in fase r.e.m. riferisce sogni (si scende al 40% se svegliati nelle fasi non r.e.m.). Al risveglio di solito ci si ricorda di una minima parte dei sogni, solitamente la più recente. In generale ognuno di noi passa 6 anni di vita a sognare!!
Ma perché sogniamo? Le neuroscienze hanno prodotto diverse risposte a partire dagli anni ’50 in poi. In primo luogo sembra che sognare sia necessario al cervello, infatti in alcuni esperimenti è stato osservato che se viene impedito di farlo, attraverso risvegli forzati, poi tendiamo a sognare di più se veniamo lasciati liberi di dormire. Probabilmente il sogno è un modo che usa il cervello per imparare: infatti le informazioni registrate durante la giornata passano dalla memoria esplicita (cosciente) a quella procedurale (inconscia), quindi vengono immagazzinate e rese disponibili per il futuro. Inoltre hanno la funzione di sistematizzare i ricordi e le esperienze emotivo/sensoriali e quindi di rielaborarle al fine di garantire un miglior equilibrio mentale; se ad esempio durante la giornata c’è stato un evento che ci ha entusiasmati o spaventati, durante la notte la nostra mente cerca di rielaborare e dare senso a quell’evento.
Il contributo della Psicoanalisi
Nell’era moderna fu Sigmund Freud, medico e padre della psicoanalisi, ad occuparsi dei sogni. Dopo aver scoperto il ruolo fondamentale della parte inconscia della mente nel determinare le nostre scelte apparentemente coscienti, Freud si accorse che i sogni (insieme a lapsus ed agli atti mancati) rappresentavano una porta d’accesso alla nostra interiorità. E’ del 1899 lo storico libro “L’interpretazione dei sogni”, dove Freud introduce la dimensione simbolica del sogno: i sogni diventano espressione di desideri rimossi e allontanati dalla coscienza (perché ritenuti moralmente sbagliati), espressione di pulsioni sessuali ed aggressive che vengono censurate dalla nostra mente cosciente.
I sogni possiedono un contenuto manifesto, caratterizzato dalle immagini che il sognatore ricorda appena sveglio (es: i personaggi, gli ambienti, le azioni che avvengono) ed un contenuto latente, cioè i pensieri/desideri inconsci e rimossi che spingono per arrivare alla coscienza e che la nostra mente trasforma e camuffa attraverso il sogno perché il nostro “censore interno” (il Super-Io) ritiene indegni o sbagliati. Ecco che allora il sogno diventa per Freud come un rebus da risolvere, poiché il reale significato del sogno è nascosto, camuffato da immagini di cui bisogna riuscire a capire il significato simbolico.
I sogni quindi diventano uno strumento terapeutico, poiché attraverso di essi è possibile aiutare il soggetto a superare ingiustificati divieti e sensi di colpa trasmessi dall’educazione o dalla società. Il lavoro sui sogni diventa quindi un modo per capire veramente chi siamo, verso una piena realizzazione ed espressione di sé.
Dopo Freud altri eminenti personaggi della psicoanalisi si sono dedicati allo studio dei sogni e all’interpretazione dei loro significati, in particolare Carl Gustav Jung ( il padre della Psicologia Analitica) che vede i sogni come espressione di un inconscio collettivo (che si va ad aggiungere alla visione più soggettiva dell’inconscio proposta da Freud) con un patrimonio di immagini e simboli primitivi, primordiali e collettivi, definiti Archetipi. Essi sono portatori di un sapere antico, profondo capace di trasmettere saggezza ed energia; ecco perché nell’interpretazione dei sogni è importante cercare legami con miti, leggende e racconti patrimonio dell’umanità.
La psicoanalista Marie-Louise Von Franz (che fu per 30 anni collaboratrice di Jung) durante la sua carriera ha studiato ed interpretato più di 65.000 sogni; arriva così alla conclusione che il sogno è un tentativo di auto-guarigione della psiche perché ci indica il senso da seguire nella vita per realizzarci, individualizzarci, esprimere al massimo il nostro potenziale. Il sogno favorisce l’incontro con la nostra Ombra, cioè quella parte “nascosta” di noi stessi che è necessario scoprire ed accogliere per la nostra piena realizzazione; ad esempio a volte nei sogni la nostra parte Ombra può apparire con un personaggio brutto, rozzo, molto primitivo. Infatti nella nostra vita cosciente la cultura e l’educazione ci ha costretto ad indossare molte maschere e ad allontanarci dalla spontaneità; è proprio l’eccesso di perfezionismo che allontana l’Ombra.
Anche se non è possibile costruire un “dizionario dei sogni” (e quindi non conviene prendere sul serio quelli esistenti) poiché il significato è soggettivo e deve essere letto all’interno della storia e del percorso del singolo soggetto, tuttavia è possibile individuare alcune immagini tipiche presenti nei sogni ed il loro significato; ad esempio sognare mostri che ci inseguono o divorano, spesso significa che abbiamo delle parti nascoste del nostro Sé di cui non vogliamo sapere nulla e che si presentano nei sogni proprio perché vorrebbero farsi conoscere. Può capitare di sognare di ridare l’esame di maturità, che simbolicamente rappresenta il passaggio dall’adolescenza alla maturità; per alcuni è un sogno ricorrente che si può manifestare nei momenti di passaggio della vita dove c’è bisogno di cambiamenti che magari fatichiamo a realizzare. Sognare di cadere nel vuoto, associato ad una forte sensazione di paura, può indicare il timore dei propri istinti, di lasciarsi andare e mollare l’eccessivo controllo.
Come utilizzare i sogni nella nostra vita
Può capitare per un certo periodo della vita di non riuscire a ricordare i propri sogni. Spesso è dovuto semplicemente al fatto di aver perso l’abitudine a focalizzare l’attenzione e l’ascolto su questa dimensione della nostra vita psichica. Per riprendere a ricordarli Marie-Louise von Franz propone un semplice rito prima di andare a dormire: ogni notte prima di coricarsi bisogna chiedersi: “cosa sognerò stanotte?”. Basta porsi questa domanda per riattivare in noi l’attenzione verso il mondo onirico. Una buona abitudine è quella di lasciare vicino al letto carta e penna e al nostro risveglio segnare tutto quello che ci viene in mente dei sogni fatti, annotando le sensazioni e le emozioni provate durante il sogno. Non è necessario ragionarci troppo, ma è meglio lasciar fluire queste immagini dentro di noi durante il giorno e vedere se ci tornano in mente durante momenti specifici della nostra giornata; infatti se il sogna porta con sé un messaggio significativo prima o poi si rivelerà alla nostra coscienza, lo capiremo da soli.
Se invece il sogno vuole esprimere dei nostri nodi particolarmente problematici, ed avviene in un periodo della vita in cui sentiamo particolarmente ansiosi o depressi allora può essere utile rivolgersi ad un professionista (psicologo o psicoterapeuta) che sappia lavorare sui sogni, poiché rappresenta un’occasione molto preziosa per scoprire chi siamo e per una piena realizzazione di noi stessi.
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