“Le emozioni ispirano le nostre azioni e ci spingono a dare il meglio e il peggio di noi: alcune volte ci salvano la vita, quando ad esempio è necessario trovare soluzioni in situazioni di emergenza, altre volte, quando ci facciamo trasportare da esse (specie se sono intense), trasformano le nostre vite e quelle delle persone intorno a noi in un vero e proprio inferno ” (P.Ekman)
Le domande che possiamo porci sono diverse: esistono emozioni facili o parlare di emozioni è sempre qualcosa di difficile?
Come si raggiunge un perfetto equilibrio tra ragione e sentimento, tra cuore e cervello? Quale è la strada che ci conduce verso un miglior benessere psicofisico?
Far andare d’accordo cuore e cervello, ragione e sentimento non è semplice: per ritrovare equilibrio e serenità è necessario che si realizzi un dialogo tra aspetti cognitivi ed emotivi, un ascolto attento, consapevole e non giudicante dei nostri pensieri, delle nostre emozioni, e delle nostre sensazioni e che queste parti siano tra loro integrate e in equilibrio.
Per fare in modo che ciò avvenga gli strumenti che si possono utilizzare sono tre:
- Il primo strumento è l’intelligenza emotiva: ovvero un aspetto dell’intelligenza legato alla capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e accogliere in modo consapevole le proprie e le altrui emozioni, imparando a gestire anche quelle più distruttive e perturbatrici. Si tratta proprio di una capacità di distinguere tra sentimenti e sensazioni e, di utilizzare queste informazioni, per guidare i propri sentimenti, le proprie azioni e i propri comportamenti. Infatti, come lo stesso Daniel Goleman sosteneva: ”Se riesci a tradurre in parole ciò che senti, questo ti appartiene”; da questa affermazione, possiamo dedurre che tutto ciò che sentiamo e a cui non riusciamo a dare un nome, finisca per diventare un vissuto estraneo alla nostra vita, alla nostra realtà;
- Il secondo strumento è la Mindfulness, che può essere definita come l’arte della consapevolezza: un atteggiamento mentale che comporta il “Prestare attenzione al momento presente deliberatamente con un atteggiamento non giudicante” (Jon Kabat Zinn).
Si tratta di una splendida definizione, in quanto sintetizza in una sola frase, tutti gli elementi fondanti della mindfulness: l’attenzione, l’intenzione e la modalità.
La mindfulness è quindi attenzione rivolta al presente, con l’intenzione di osservare ciò che si manifesta, con un atteggiamento aperto e non giudicante. Si allena quindi la capacità di essere totalmente consapevoli e centrati, mentre sperimentiamo e accogliamo tutto quello che accade dentro di noi – nel corpo, nella mente, nel cuore e nello spirito – e, contemporaneamente, tutto quello che accade attorno a noi. Essa rappresenta il sostegno ideale non solo per chi ha uno stile di vita stressante, ma anche per chiunque voglia mantenere o ritrovare un equilibrio tra richieste del mondo esterno, e il prendersi cura di sé, sia da un punto di vista psichico che fisico.
La pratica della Mindfulness non ci aiuta a diventare perfetti, ma ad essere perfettamente ciò che siamo. - Il terzo strumento è la musicoterapia: una tecnica di intervento finalizzata a promuovere il benessere psicofisico attraverso la musica. Ne esistono due tipi: recettiva (basata sull’ascolto di brani musicali) e attiva (che utilizza invece strumenti musicali suonati in maniera spontanea).
Nessuna delle due richiede una preparazione tecnico musicale specifica: attraverso l’ascolto musicale e la produzione di suoni, è possibile infatti aumentare la conoscenza di se stessi, scaricare tensioni e stress accumulati, e liberarsi da blocchi emotivi e psicologici che limitano la nostra esistenza.
Durante il workshop del 26 maggio, faremo un viaggio intorno al mondo delle emozioni per migliorare le competenze emotive e relazionali: la consapevolezza delle proprie e altrui emozioni diventa così strumento privilegiato per creare armonia e benessere tra le persone; attraverso la mindfulness impareremo ad ascoltare in modo aperto e non giudicante ciò che emerge( a partire proprio dall’ascolto del nostro respiro, delle nostre sensazioni, dei nostri pensieri); e, attraverso la musicoterapia attiva, sarà possibile aumentare la conoscenza di se stessi, scaricando tensioni e stress accumulati.
Quello che sicuramente vogliamo sottolineare, è che “l’integrazione tra le tecniche di Intelligenza Emotiva, Musicoterapia e Mindfulness, porta a concreti benefici nella riduzione dello stress, e attraverso la maggiore consapevolezza delle proprie forze e risorse interne, si raggiunge un miglior benessere psicofisico.
(Autori: dott.ssa Marina Annunziata e dott. Michele Verrastro)
Per info rispetto al workshop del 26 maggio clicca sul seguente link:
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